Cataldo, il cui nome significa “forte in battaglia”, nacque a Canty, in Irlanda, tra il 610 e il 620. Discendeva da una famiglia benestante, i suoi genitori si chiamavano Eucho e Achlena, ma ben presto abbandonò il mondo per entrare nel monastero di Lismore, per porsi sotto la guida spirituale e scientifica di San Carthagh. Alla morte di questi nel 637, Cataldo gli succedette sia nella direzione del monastero che della rinomata scuola. Pervenne poi all’ episcopato in modo insolito, alla morte cioè di Meltride, duca dei Desii, il quale lo aveva accusato di stregoneria, a causa dei suoi miracoli.
Così Cataldo, intorno al 670, fu nominato Vescovo di Rachau. Circa un decennio dopo, condividendo lo spirito missionario, tipico di San Colombano, ed il desiderio di pellegrinaggio a Roma e ai Luoghi Santi partì dall’ Irlanda. Si trattava di un viaggio che aveva lo scopo di rinvigorire la sua fede. Sostò a Roma, dove visitò le tombe degli Apostoli e le Basiliche. Intraprese quindi il cammino per i Luoghi Santi. Durante il viaggio di ritorno, a causa di un naufragio, Cataldo approdò in Puglia, probabilmente in una località della costa ionica poco distante da Taranto, quindi si recò nella città. Secondo la pia tradizione, il Santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: durante il soggiorno nei Luoghi Santi, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli apparve Gesù dicendogli: «Catalde vade Tarentum!» «Cataldo vai a Taranto!» per rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo, a causa delle incursioni di Barbari e Musulmani.
L’ arrivo di Cataldo a Taranto fu accompagnato da diversi fatti miracolosi. E qui, dove il popolo volle porlo sulla cattedra vescovile vacante, egli compì la sua opera di evangelizzazione, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. Morì a Taranto intorno all’ anno 685 l’ 8 di marzo, venne sepolto sotto l’ impianto della Cattedrale e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni, a causa delle continue distruzioni cui fu sottoposta la città.
Il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della Cattedrale, distrutta dai Saraceni, nel luogo dove una volta esisteva una cappella dedicata a San Giovanni di Galilea, venne ritrovato il corpo del Santo. Fu riconosciuto da una croce d’ oro con la scritta: “Cataldus Rachau”, cioè Cataldo Vescovo di Rachau. Il santo corpo fu collocato sotto l’ altare maggiore della nuova Cattedrale. Da allora la devozione verso il Santo ebbe grande diffusione non solo in Puglia, ma anche in altre regioni d’ Italia.